Auditorium di Casatenovo. 50 anni di cinema e teatro

The Amazing Spider Man

The Amazing Spider Man

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Peter Parker è un liceale emarginato che, abbandonato dai suoi genitori, è stato allevato dagli zii Ben e May. Come la maggior parte dei suoi coetanei, Peter è alle prese con i problemi quotidiani legati alla crescita tra cui il primo amore: quello per la compagna di scuola Gwen Stacy. Un giorno, Peter scopre una misteriosa valigetta che apparteneva al padre e decide di indagare sulla scomparsa dei suoi genitori. Le ricerche conducono alla Oscorp e al laboratorio del Dott. Curt Connors, un ex collega di suo padre. Ben presto, Peter dovrà scontrarsi con l'alter ego di Connors, the Lizard, e fare i conti con l'improvvisa comparsa di superpoteri che determineranno il suo destino: diventare l'eroe Spider-Man.

Regia: Marc Webb

Interpreti: Andrew Garfield, Emma Stone, Rhys Ifans, Martin Sheen, Sally Field, C. Thomas Howell, Denis Leary, Julianne Nicholson, Campbell Scott, Chris Zylka, Annie Parisse, Irrfan Khan

Sceneggiatura: James Vanderbilt

Fotografia: John Schwartzman

 Biglietti esselunga Vieni al cinema alla domenica sera - a Casatenovo costa meno Prendi sei e paghi cinque - Tessere a scalare

Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)

Giudizio: consigliabile, semplice

Tematiche: Famiglia; Film per ragazzi; Fumetti

 L'obiettivo iniziale era quello di produrre il quarto capitolo della saga dedicata all'Uomo Ragno, poi i tempi dilatati oltre misura hanno consigliato un cambio di rotta. Non più un 'seguito' ma un 'reboot', un 'riavvio', in un contesto tutto nuovo: regista, protagonista, comprimari. Si riparte dall'inizio (e non è una banalità), da quando il piccolo Peter viene salutato con qualche mistero dai genitori, che non vedrà più, e affidato alle cure degli zii. Infanzia, adolescenza, maturità: le età della crescita si succedono nell' incontro/scontro con emozioni, paure, indecisioni, consapevolezza crescente. Peter attraversa tutta la minacciosa galleria dentro la quale sogno e realtà si inseguono, si nascondono, si avvicinano e si respingono. Peter sogna che Spider Man divenga realtà: New York, bella e impossibile, ne ha bisogno, al pari della polizia, che però lo capirà solo più tardi. Per salvare la comunità, il 'mostro' nato dall'eccesso di sperimentazione va eliminato. E Gwen deve poter amare Peter, non Spider. Questo uomo mascherato, non sempre calibrato nella dinamica e nella gestualità, alquanto frenato in qualche passaggio narrativo (incombe un po' di noia), è forse il giovane che può rassicurare rispetto alla minaccia di un nuovo 11 settembre? Nel quasi obbligo di tenersi lontano dai precedenti firmati Sam Raimi, la regia di Webb finisce per accusare troppa distanza tra le sequenze centrali e quelle, di raccordo, affidate agli effetti speciali e al 3D. Spettacolo di alta confezione ma incompleta capacità di sguardo dentro l'affabulazione della storia e del mito. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, e semplice quanto a esposizione del racconto.

Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come prodotto fruibile per tutti i tipi di pubblico.

The Amazing Spider Man

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** Nella Rete di Marc Webb: l'amore oltre l'action, l'Uomo oltre il Ragno. Andrew Garfield ed Emma Stone superlativi

Aveva diretto 500 giorni insieme, e si vede. Dopo la cura Sam Raimi, Marc Webb prende Spider-Man, lo spoglia della calzamaglia e gli toglie la maschera, quella della Marvel e quella di Goffman: l’eroismo di Peter Parker è la quotidianità, il ritmo esistenziale è cardiaco, per lui e Gwen Stacy ci sono altri 500 giorni da passare insieme, per lo spettatore la sensazione che un altro cine-fumetto è possibile.

Non che questo reboot, ovvero il rilancio della saga, snobbi l’epos urbano dell’Uomo Ragno, ma il ritorno alle origini passa dalla primordiale ideologia Marvel: se supereroe dev’essere, che prima sia umanamente credibile. Andrew Garfield lo è, e gli bastano due o tre pose per cancellare il pallido predecessore Tobey Maguire: lo sconfitto di The Social Network è il vincente della Rete di Webb, con smorfie, spasmi e timidezze da primo della classe. Vale anche al femminile: Emma Stone ha un sorriso che per malizia tutto può, in primis interessarci più al romance che all’action.

Già, l’azione: altrove irrilevante, nelle soggettive in volo di Spider-Man il 3D si fa sentire, come fosse la chiave stereoscopica per una nuova sinfonia di una grande città. Manhattan come Berlino, Webb come Ruttmann, ma finisce qui: la nemesi Lizard (Rhys Ifans) è drammaturgicamente una lucertolina, il triangolo con Spider-Man e il papà poliziotto di Gwen senza palpiti, e il background dell’orfano Peter non prende il peso che dovrebbe. Zio (Martin Sheen), zietta, ma non ce la fa, e i primi 45’ carburano lenti, lenti: ok la credibilità, ma la noia?

Per fortuna, Garfield balbetta, la Stone sorride, e il naufragar ci è dolce in questa rete. Che ha le maglie larghe per il grande pubblico: chi per l’amore, chi per il fumetto, chi per non rimpiangere Raimi, chi perché hanno ucciso l’Uomo Ragno... Ma dopo tanti, troppi supereroi disfunzionali e parodistici, il classicismo o, se volete, la restaurazione ripassa dal privato: sopra tutto l’uomo (pardon, il ragazzo), il ragno viene dopo. E non è un peccato (Federico Pontiggia)

The Amazing Spider Man

La critica

"La trilogia di Sam Raimi sull'Uomo Ragno evidentemente non è bastata: a Hollywood c'è bisogno di reinventare eroi e supereroi almeno una volta ogni dieci anni. Così ecco che la saga ricomincia da capo con 'The Amazing Spider-Man' diretto da Marc Webb e interpretato da Andrew Garfield nei panni di Peter Parker, che non è più un ragazzotto tontolone ed emarginato, ma un adolescente spigoloso e con il fuoco nelle vene. Niente di nuovo tra i grattacieli di New York: le invenzioni visive non erano evidentemente una priorità del regista che invece si concentra su confusioni, tormenti e passioni dell'adolescenza alle prese con «grandi poteri e grandi responsabilità»." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 6 luglio 2012)

"Un rifacimento a così breve distanza dalla fortunatissima trilogia firmata da Sam Raimi? Erano tutti con il fucile puntato, ma martedì 3 luglio, primo giorno di uscita in Usa, 'The Amazing Spider-Man' ha realizzato 35 milioni di dollari, il maggiore incasso assoluto in quella data; e la Columbia/Sony ha tirato un sospiro di sollievo. Giustamente. Se è vero che da tempo Hollywood fra sequel, prequel e «reboot» (riavvii di saghe) gioca a puntare sul sicuro, altrettanto vero è che lo fa osando.(...) Basata sul videogioco Marvel 'Ultimate Spiderman', la storia presenta alcune varianti a partire da una cornice più attuale. (...) Le aeree scene in cui Spider-Man volteggia con leggerezza da un grattacielo a un altro sono belle da vedere; e appaiono ingegnosi e divertenti i modi che escogita per salvare il prossimo in pericolo. Ma soprattutto 'The Amazing Spider-Man' è il romanzo di formazione di un adolescente dotato e problematico che, come altri, fatica a cercare la sua strada, assumersi le sue responsabilità e trovare se stesso; e il ventottenne Garfield lo incarna con un vibrante vitalismo e una contemporanea sensibilità che sono il respiro nuovo del film." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 6 luglio 2012)

"Il ritorno di 'Spiderman' sul grande schermo è segnato da un rebut, come tecnicamente si vuol chiamare il riavvio di una saga che aveva già infornato ben 3 episodi, tutti diretti da Sam Raimi alle prese con la stessa squadra di attori capitanata da Tobey Maguire. (...) lo 'Spiderman' secondo Sam Raimi, non avendo termini di paragone, si era imposto con una certa forza nell'immaginario collettivo e si era, giocoforza, colorato dei sapori del tempo, come anche delle ombre che lo attraversavano. (...) Sulla carta un potenziale disastro, e invece 'The Amazing Spider-Man' cancella con un solo colpo (sempre che questo sia possibile) l'esordio di Raimi, facendo del ragazzino con super poteri un campione di intelligenza, sensibilità e forza fisica. La chiave di volta di questo lavoro è di sicuro nella sceneggiatura, da una parte, e nella regia in 3D, soprattutto quando azzarda un'eccezionale soggettiva dell'Uomo Ragno che vola di palazzo in palazzo, e noi con lui. Ecco, questa sì che è una soluzione adeguata del 3D. Però attenzione, l'avvenenza della nuova tecnologia si esplica solo in quei momenti in cui si penzola tra le vette dei grattacieli, per il resto è un film molto costruito sul dialogo, sulla definizione dei personaggi sulla costruzione del co-testo, e lì potete anche togliervi gli occhialini. Altra sfida vinta dalla nuova versione è quella di Andrew Garfield, già co-protagonista per 'The Social Network', attore ventinovenne, per metà inglese, di lunga gavetta su palchi teatrali e ormai idolo dei teenager. Con quella faccia spigolosa, offre un antidoto a Maguire, ai suoi occhi azzurri e alla faccia da bravo ragazzo. Speriamo che 'The Amazing Spider-Man' possa risollevare le sorti della distribuzione estiva in sala, visto che si tratta dell'unico vero grosso film in prima visione In questa estate italiana." (Dario Zonta, 'L'Unità', 6 luglio 2012)

"Effettivamente non c'è storia più bella di 'Spider-Man', quella in cui un adolescente timido che ha dovuto subire l'abbandono dei genitori (per questo viene adottato dagli zii) scopre improvvisamente di avere poteri magici. (...) Il film è un buon prodotto, con una regia che senza strafare sa alternare azioni, dialoghi e scene d'amore, con Andrew Garfield che sa essere il supereroe della porta accanto, ed Emma Stone che è bella ma non diva. Alcuni buchi di sceneggiatura (le modalità di accesso di Peter Parker al laboratorio dove entra in contatto con l'insetto fatale, 'geneticamente modificato', sono paradossali) non compromettono la credibilità del resto: il momento di passaggio di un adolescente alla vita adulta è stupefacente in sé, e la sua rappresentazione attraverso il mito del ragazzo che scopre anche la propria potenza (e la pesante responsabilità cui lo obbliga) è uno spettacolo che il cinema degli effetti speciali sa raccontare bene." (Luca Raffaelli, 'La Repubblica', 6 luglio 2012)

"L'Uomo oltre il Ragno, l'amore oltre l'action. La saga Marvel riparte da qui. Dopo la cura Sam Raimi, la traduzione esistenziale è affidata a Marc Webb, che aveva incantato col romance sui generis di (500) giorni insieme: via la maschera - anche quella di Goffman - e se supereroe dev'essere, che prima sia umanamente credibile. Novello Peter Parker, Andrew Garfield lo è: gli bastano due pose per cancellare il predecessore Tobey Maguire, e lo sconfitto di 'The Social Network' diventa il vincente della Rete di Webb. In buona compagnia: Emma Stone (Gwen Stacy) ha un sorriso che tutto può. E l'action? Nelle soggettive volanti di Spider-Man il 3 D si fa sentire, chiave stereoscopica per una nuova sinfonia di una grande città, ma finisce qui: la nemesi Lizard è drammaturgicamente una lucertolina, il triangolo con Spider-Man e il papà poliziotto di Gwen senza palpiti, e il background dell'orfano Peter sottopeso. Per fortuna, Garfield balbetta, la Stone sorride, e il naufragar ci è dolce in questa rete. Che ha le maglie larghe per il grande pubblico: chi per l'amore, chi per il fumetto, chi per non rimpiangere Raimi, chi per... Dopo troppi supereroi disfunzionali e parodistici, la restaurazione passa dal privato: Peter Parker ha ucciso l'Uomo Ragno." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 5 luglio 2012)

Marvel

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