Auditorium di Casatenovo. 50 anni di cinema e teatro

The American

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Solo ed unico tra gli assassini, Jack è un esperto artigiano. Quando un lavoro in Svezia finisce in maniera più cruente di come se lo sarebbe aspettato, questo Americano all'estero promette al suo contatto Larry che il suo prossimo incarico sarà il suo ultimo. Jack si ritira nella campagna italiana, dove si nasconde in un piccolo paesino sperduto e gode la lontananza dalla morte. Il suo compito, come assegnatoli da una donna belga, Mathilde, è nella costruzione di un'arma super letale. Sorprendendo se stesso, Jack si rivolge al prete locale Padre Benedetto e inizia una relazione amorosa con Clara. Nell'uscire dalla solitudine ed oscurità Jack però sta provocando la sorte.

Regia: Anton Corbijn

Sceneggiatura: Rowan Joffe

Fotografia: Martin Ruhe

Montaggio: Andrew Hulme

George Clooney, Bruce Altman, Violante Placido, Thekla Reuten, Paolo Bonacelli, Filippo Timi, rina Björklund, Björn Granath

 

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La critica

"Piacerà a chi è rimasto attaccato al giallo d'azione come quelli degli anni 50, che facevano impazzire il mitico Tedeschi inventore dei Gialli Mondadori. Il romanzo di Michael Booth allora sarebbe andato dritto nella collana dei Capolavori. Booth è un nipotino di Graham Greene che dal grande catto-comunista inglese ha assimilato tutto: i temi dell'antieroe solitario, del sistema che uccide, della redenzione che non si nega nemmeno al peccatore più incallito. Insomma siamo dalle parti del prodotto di consumo fabbricato con le raffinatezze di inizio secolo (la regia è del sofisticato Anton Corbijn). Domanda: ma perché l'ambizioso Clooney s'è infilato in una storia decisamente di maniera? Oh, bella perché aveva urgente bisogno di un successo al botteghino, dopo vari flop più o meno onorevoli. E difatti il box office gli ha detto sì (primo incasso nelle uscite Usa di settembre)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 9 settembre 2010)

"Avrebbe dovuto aprire la Mostra del Cinema di Venezia o, almeno, la sezione dei film in concorso, l'atteso 'The American', thriller interpretato e co-prodotto da George Clooney, in uscita nelle sale italiane. Ma, vuoi per motivi tecnici, vuoi per una certa lentezza che non ha convinto la giuria presieduta da Quentin Tarantino, la pellicola è sparita dalla programmazione lagunare. L'ennesima delusione per gli abitanti delle zone terremotate dell'Abruzzo, set naturale scelto da Clooney durante la sua visita dopo il sisma del 6 aprile 2009. I panorami e i centri storici di Castel del Monte, Sulmona, Castelvecchio Calvisio, splendidamente inquadrati dal regista Anton Corbijn, avrebbero dovuto servire a rilanciare le zone colpite. Ma è andata male. Agli amministratori e agli operatori turistici aquilani e dei comuni circostanti, che hanno visto crollare le presenze negli ultimi mesi, non resta che sperare in una prima aquilana, un po' meno glamour. Sempre che George non dia buca." (A. Mat., 'L'Espresso', 10-09-2010)

"Malgrado il titolo 'The American' inizia fra le nevi della Svezia e prosegue sull'Appennino abruzzese. Se i film venissero classificati per climi e paesaggi diremmo che è un noir di montagna, sotto-genere molto frequentato che accentua il lato esistenziale dell'avventura. George Clooney, che dice di chiamarsi Jack o forse Edward, è infatti un killer laconico che in apertura commette un gesto imperdonabile per un uomo d'onore e per una star planetaria: spara alla schiena della donna con cui stava a letto fino a pochi minuti prima. E non perché lei lo abbia tradito, ma perché ormai sa troppo - per colpa di lui, si badi bene. Il resto si può indovinare, 'The American' non punta certo sulla novità della trama, assai scarna quanto sulla bellezza delle immagini. (...) Corbijn ha la mano così elegante che quasi ci dimentichiamo la pochezza dello script. Così goffo nell'ambientazione italiana da pensare che sia tutto uno scherzo o addirittura, delirando un po', una fantasiosa metafora dei rapporti Italia Usa. Vedi il curioso legame fra il killer e il prete del paese (Paolo Bonacelli), un gourmet che indovina i suoi segreti (lui stesso non è proprio un santo) ma lo lascia fare, anche perché l'americano gli ripara il motofurgone... O quel curioso intermezzo nel bar del paese: in tv si vede Henry Fonda in 'C'era una volta il West', e il barista, orgoglioso: 'Sergio Leone. Italiano...'. Omaggio o autogol, fate voi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 settembre 2010)

George Clooney

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