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Stardust

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“Stardust” basato sul romanzo di Neil Gaiman e Charles Vess, racconta un’avventura che ha inizio in Inghilterra e che ha termine in un mondo immaginario. Un giovane di nome Tristan (Charlie Cox) cerca di conquistare il cuore dell’algida e bella Victoria (Sienna Miller), l’oggetto del suo desiderio, cercando di portarle in dono una stella caduta. Il suo viaggio lo conduce in una terra misteriosa e proibita, al di là dei confini del suo villaggio. Nel corso di questa odissea, Tristan trova la stella, che nel frattempo si è tramutata in una incantevole ragazza di nome Yvaine (Claire Danes). Tuttavia Tristan non è il solo a cercare la stella. Anche i 4 figli di un re (Peter O’Toole), nonché i fantasmi dei loro tre fratelli morti, cercano la stella, nel tentativo di accaparrarsi il trono. Tristan dovrà anche lottare contro una strega malvagia, Lamia (Michelle Pfeiffer), che vuole la stella per assicurarsi un’eterna giovinezza. Tristan incontra quindi il pirata Capitan Shakespeare (Robert De Niro) e un disonesto mercante di nome Ferdy the Fence (Ricky Gervais). Ma dopo tutte queste peripezie si accorge che il motivo del suo viaggio è cambiato: ora infatti desidera conquistare il cuore della stella perché ha finalmente scoperto il significato del vero amore.

Regia Matthew Vaughn
Sceneggiatura Matthew Vaughn
  Jane Goldman

Robert De Niro Claire Danes
Sienna Miller Michelle Pfeiffer
Charlie Cox Jason Flemyng
Peter O'Toole Rupert Everett
Ian McKellen Ben Barnes
Henry Cavill Ricky Gervais
Dexter Fletcher Sarah Alexander

La critica

"Il film non lascia allo spettatore il tempo di riflettere sulle possibili 'mancanze' perché sullo schermo si apre immediatamente una nuova avventura, dall'esilarante trasformazione di una capra in uomo al coro dei fratelli di Septimus condannati a una condizione di fantasmi senza libertà, fino alla geniale invenzione - che nel libro di Gaiman non esiste - di Capitan Shakespeare, cacciatore di fulmini su un vascello volante. E affidando all'istrionismo di Robert De Niro questo ruolo, diviso tra la necessità di superare in cattiveria e brutalità la ciurma e la voglia di dar libero sfogo alla propria componente femminile, il personaggio si staglia nella fantasia dello spettatore che non dimenticherà facilmente la scena in cui, convinto di essere solo, si mette a ballare in guêpière e ventaglio. Resta da rispondere alla domanda: c'è ancora un pubblico disposto a dar credito a un film di questo tipo? Istintivamente direi di no: per troppo tempo l'industria cinematografica, con Hollywood in testa, ha appiattito l'immaginario giovanile dentro a schemi previsti e prevedibili, dove la fantasia era una specie di optional da dimenticare. Meglio investire in costosissimi effetti speciali o moltiplicare all'infinito la velocità del montaggio piuttosto che sforzarsi di coltivare l'immaginazione e la libertà creativa. Col risultato che oggi buona parte del pubblico è più reattiva a certi cast altisonanti e a certi effetti destabilizzanti (violenza, adrenalina e sangue su tutto) che alle sollecitazioni della creatività, come è invece la strada che cerca di percorre 'Stardust'. Resta solo la speranza che, tra film popcorn e fiction televisive, il fanciullino che ognuno si porta dentro non sia ancora del tutto anestetizzato." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 12 ottobre 2007)

"Incantesimi, magie, unicorni, streghe sono gli ingredienti di 'Stardust' diretto dall'esordiente Matthew Vaughn. Si tratta dell'ennesima fiaba ad alto potenziale tecnologico: i tycoon di Hollywood hanno capito che per competere con le saghe vincenti de 'Il signore degli anelli' e 'Harry Potter' è necessario contaminare la fiaba classica con il kolossal fantasy ricco di effetti digitali. E Vaughn ha trovato nell'omonimo romanzo di Neil Gaiman la miscela di elementi horror, grotteschi, drammatici, comici e romantici necessari. (...) Il fantasy scorre piacevolmente tra trucchi plateali ed effetti magniloquenti, stelle che brillano e corpi che si disintegrano in pochi secondi, incantesimi consumati con stile da videoclip e pratiche di stregoneria costruite su shock visivi, trasformazioni corporee repentine e trasfigurazioni di paesaggi e la bella idea di utilizzare come un coro un gruppo di fantasmi di uomini uccisi in bianco e nero. Ma ciò che fa di 'Stardust' un prodotto di serie A sono le performance di Michelle Pfeiffer che nel ruolo di Lamia si trasforma da decrepita e mostruosa strega nella bellezza reale, di Robert De Niro che mette il suo carisma recitativo al servizio di un pirata gay che ama vestirsi da donna all'insaputa della sua ciurma e Peter O'Toole che impersona uno spietato re con la sua proverbiale classe." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 13 ottobre 2007)

"Dopo due ore di incantesimi è legittimo averne abbastanza del guazzabuglio fantastico-favolistico 'Stardust'. Troppo facile mettere nel calderone perfide streghe, principesse nevrotiche, stelle cadenti (in sembianze umane), pirati volanti, giovani romantici ansiosi d'amore e avventure. Con l'aggiunta di un muro invalicabile, che separa il mondo normale da un universo parallelo, dove tutti vorrebbero entrare. (...) Certo, i famigerati effetti speciali sono degni della recente tradizione hollywoodiana, ma la fiaba è scandalosamente scema e ci si domanda a quale pubblico si rivolga: la fantasia non è sui banchi di un supermarket. Si può al massimo apprezzare la verve comica di un inedito Robert De Niro nei panni di un pirata gay, sai che novità, e le trasformazioni della ritrovata Michelle Pfeiffer, una fattucchiera che a ogni magia perde i pezzi di una bellezza faticosamente costruita. Insomma, un inutile spettacolo prodotto tra gli altri dallo stesso De Niro." (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 12 ottobre 2007)

"Fantasy, che passione. Se un adolescente è sfigato, può sollevare il mondo. Tra signori degli anelli, guerre stellari e storie infinite, le moderne epopee sono nate dal coraggio di giovani ambizioni frustrate. 'Stardust', tratto dal bestseller di Neil Gaiman e diretto dal regista Matthew Vaughn, semiesordiente che nel 2009 porterà al cinema 'Thor', non tradisce questo schema. (...) Se la stella cadente Claire Danes brilla di luce propria, di bellezza e talento tutti nervi e carattere, le altre star, chi più chi meno cadute (in disgrazia), si dilettano a giocare con e nel film. Ne esce fuori un prodotto godibilissimo, un fantasy vecchio stile. Nessuna sorpresa, tutto è al suo posto, c'è un solo rischio: troppo adulto per i bambini, troppo infantile per gli adulti. Come le due età, nel film (e non solo?), dell'irresistibile Michelle Pfeiffer." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 12 ottobre 2007)

Robert de Niro

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