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Nel 1888 nella Londra vittoriana, vivono Mary Kelly e le sue compagne che si guadagnano da vivere sulle strade dello squallido quartiere di Whitechapel. Le cose non potrebbero andare peggio... ma un giorno viene ritrovato il cadavere di una di loro, uccisa orrendamente. E' solo il primo omicidio di colui che diverrà tristemente famoso come Jack lo Squartatore. L'ispettore Fred Abberline si dedica anima e corpo al caso e tenta di smascherare il colpevole. Di cosa si tratta? Forze infernali? Complotti e cospirazioni? Serial killer?
REGIA ALBERT HUGHES ALLEN HUGHES |
JOHNNY DEPP INSPECTOR FRED ABBERLINE |
MONTAGGIO GEORGE BOWERS DAN LEBENTAL |
HEATHER GRAHAM MARY KELLY |
SCENEGGIATURA ALAN MOORE WILLIAM CAMPBELL |
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DURATA 121' |
IAN RICHARDSON SIR CHARLES WARREN |
ART DIRECTION MARK RAGGET |
ROBBIE COLTRANE PETER GODLEY |
"La regia dei fratelli Hughes è convenzionale, Johnny Depp ed Heather Graham patiscono con un certo entusiasmo ma Iam Holm li batte con acida arguzia inglese. Resta da chiedersi quanto e perché Jack lo Squartatore somigli al Mostro di Firenze". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 8 settembre 2001)
"In questo 'La vera storia di Jack lo Squartatore' diretto dai due fratelli di colore Albert e Allen Hughes, il commissario di polizia incaricato di trovare l'autore di squartamenti di prostitute ha il viso dolce e perfetto di Johnny Depp, che avrebbe potuto anche essere, data la sua tenebrosa malinconia, anche lo stesso Jack: (...) Ma accontentiamoci: si sa che comunque Depp ama i personaggi lunati ed è stato, in altri casi, di tutto, spacciatore di droga e transessuale galeotto, aguzzino cubano e zingaro su cavallo bianco, mostro mano di forbice e regista travestito". (Natalia Aspesi, 'D - la Repubblica', 18 dicembre 2001)
"Diretto a quattr'occhi da Allen e Albert Hughes, 'La vera storia di Jack lo squartatore' contiene un po' di tutto e lo frulla in una regia che coniuga inopinatamente le tenebrose atmosfere vittoriane con ritmi visivi 'techno'. Malgrado i climi e le iconografie suggestivamente morbose il carisma di Johnny e la presenza di Ian Holm, il film è distante, acchiappa poco. Mentre i dettagli di bassa macelleria suscitano soltanto raccapriccio, senza aggiungere emozione". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 23 dicembre 2001)
"Naturalmente il film, molto violento, è più d'effetto che convincente, più torbido e sensazionalistico che solido e argomentato. Ma le visioni da oppiomane dell'ispettore Johnny Depp, i delitti allucinati alla 'Seven', il clima sordido e cupo di una Londra a cavallo fra il 'Dracula' di Coppola ed 'Elephant Man' (esplicitamente citato), sono senz'altro molto suggestivi. E Ian Holm è sempre straordinario". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 dicembre 2001)
"La cupezza dell'ambientazione borghese inglese, la tetraggine convenzionale, ma veritiera delle strade di Londra, la saccenza del mondo scientifico e il razzismo di quello burocratico, sono efficaci, ma l'avventura è statica, raggelata da passaggi che ormai il pubblico conosce, forse più solleticato dalla società segreta che fa da sfondo che dal mistero di Jack. Nel ruolo del detective Depp ritorna a 'Sleepy Hollow'. Holm come sempre vale la visita". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 21 dicembre 2001)