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Saving Mr. Banks

Saving Mr. Banks

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Quando le sue figlie lo pregarono di realizzare un film tratto dal loro libro preferito “Mary Poppins”, dell’autrice P.L. Travers, Walt Disney fece loro una promessa, non immaginando che ci sarebbero voluti 20 anni per riuscire a mantenerla. Nella sua ricerca per ottenerne i diritti, infatti, Walt si trova ad affrontare un’ipocondriaca scrittrice, irremovibile nella sua decisione di non permettere che il personaggio della sua amata e magica tata venga stravolto dalla macchina di Hollywood. Ma non appena il successo dei libri diminuisce, insieme ai guadagni, la Travers con una certa riluttanza accetta di andare a Los Angeles ad ascoltare le idee di Walt Disney per l’adattamento cinematografico. Durante quelle due brevi settimane nel 1961, Walt Disney utilizza ogni risorsa a sua disposizione per convincerla. Armato di fantasiosi storyboard e divertenti canzoni, create dai talentuosi fratelli Sherman, Walt tenta il tutto per tutto senza riuscire a convincerla. Man mano che la Travers diventa sempre più irremovibile, Walt Disney vede la possibilità di ottenere i diritti, allontanarsi sempre di più. Solo quando cercherà nei suoi ricordi d’infanzia Walt capirà il senso delle paure che assillano la scrittrice, e insieme riusciranno a dare vita a Mary Poppins, facendone uno dei più teneri film della storia del cinema.

Regia: John Lee Hancock

Interpreti: Tom Hanks, Emma Thompson, Colin Farrell, Paul Giamatti, Jason Schwartzman, Ruth Wilson, Rachel Griffiths, B.J. Novak, Bradley Whitford, Kathy Baker, Victoria Summer, Dendrie Taylor, Ronan Vibert

Sceneggiatura: Kelly Marcel

Fotografia:  John Schwartzman

Montaggio: Mark Livolsi

Musiche: Thomas Newman

Durata: 2 ore e 5 minuti

 Biglietti esselunga Vieni al cinema alla domenica sera - a Casatenovo costa meno Prendi sei e paghi cinque - Tessere a scalare

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** Disney festeggia il cinquantenario di Mary Poppins con Hanks e Thompson: commozione e sentimenti

Non si può dire che alla Walt Disney Pictures non sappiano festeggiare gli anniversari. Il 2014 è infatti l'anno del cinquantenario di Mary Poppins, il film di culto con cui la casa di Topolino vinse 5 Oscar, premio a Julie Andrews compreso. A sottolineare l'importanza del film non bastava un semplice cofanetto o una riedizione: così John Lee Hancock ha realizzato Saving Mr. Banks, opera che racconta proprio la genesi di quel mitico film, concentrandosi sul rapporto tra Pamela Lyndon Travers (una Emma Thompson che poteva meritare la nomination Oscar), l'autrice del romanzo di Mary Poppins, e Walt Disney (Tom Hanks) che per 14 anni lottarono per cedere o no i diritti per trasporre in un film il libro di successo. Un plot da commedia di caratteri diventa, nella sceneggiatura di Kelly Marcel e Sue Smith, un dramma perfettamente disneyano, pieno di commozione, sentimenti e performance da Oscar.

Un “polpettone”, lo si definirebbe, e di fatto Saving Mr. Banks guarda a quell'impasto non raffinatissimo di trame, personaggi, sentimenti, conflitti soprattutto emotivi che ha fatto la storia del cinema popolare americano e che Hancock realizza guardando al cinema degli anni '50 e '60, ai melodrammi che si potrebbero riassumere con la frase d'epoca “Com'è bello, quanto ho pianto”. Certo, lì c'era l'amore impossibile o le dissoluzioni familiari, mentre nel film di Hancock – che comunque è giustamente conciliante e catartico vista la provenienza – c'è un processo creativo che ha implicato vite e psicologie: cosa c'è dietro Mary Poppins, la sua visione di famiglia e società?

Sia chiaro, a Saving Mr. Banks non interessa l'esegesi di un film celebre né dei suoi autori, quanto riportare quell'epopea pre-produttiva alla sua dimensione commovente e cinematografica, fatta di attori, costumi, scene e musiche fatte per far piangere. Magari sono presupposti un po' grevi, ma pienamente riusciti: d'altronde a un polpettone non si chiede di essere un piatto di alta cucina, ma di saper saziare l'appetito. (Emanuele Rauco)

Saving Mr. Banks

La critica

"Altro che un poco di zucchero e la pillo la va giù. Nel film del texano John Lee Hancock c'è molto zucchero, furberie, carinerie e il match di 125' tra il finissimo Tom Hanks (Walt Disney con baffo naturale) e l'astiosa, infelice Pamela Travers (autrice di Mary Poppins, permanente non parrucca) si rivela un incontro di boxe intervallato da tazze di tè e paste. Che lo zio Walt abbia vinto anche dopo 63 anni lo dimostra questo film ironico su di lui, repubblicano simpatico e democratico, prodotto dalla Disney di oggi, raccontando quanto fu macchinoso convincere la suscettibile scrittrice inglese in trasferta a Los Angeles a firmare il contratto per un film ispirato alla sua super tata eroica che sistema i bilanci affettivi della famiglia borghese. Un Disney? Un musical con pinguini, spazzacamini e i cartoni? Giammai! Ma poi firmò, alla première sentì la gente divertirsi (come Joel McCrea nel capolavoro i 'Dimenticati' di Sturges) e l'antitesi tra yankee alla melassa e le nevrosi londinesi della ex ragazza con l'assolata infanzia difficile australiana sfocia in una condivisa malinconia per due allietata da rendiconti dei diritti d'autore. Il film scopre non senza lunghezze l'altarino quasi segreto del cinema e si diverte a raccontare il dietro le quinte con i musicisti al piano a improvvisare, puro stile '50, mentre Pamela storce bocca ed altro ma s'intende con l'autista Paul Giamatti. Resta che aveva ragione Disney, forse con altri peccati sulla coscienza (ce ne sono alcuni in lista di attesa), ma col vizio di intuire il gusto medio della platea, non solo minorenne. Mary Poppins fu, grazie a Julie Andrews e al potere del musical, un cult da 5 Oscar. Scoprire che alla base c'erano i disagi adolescenziali dell'autrice e i rapporti alcolici con papi, in un continuo, insistente, meccanico ping pong tra ieri e oggi che è la vera palla al piede del racconto, non aggiunge gran che. Ma mostra che anche l'allegria nasce sulle ceneri di vere sofferenze, che vince il fantasy rispetto a una vita qui resa ansiosa, verosimile, confusa da due attori, Pam e Walt, Emma e Tom, di sintonizzata bravura in mezzo alla compagnia da commedia dell'arte degli studios, cui si aggiunge Colin Farrell nei panni del padre bancario in panne (come James Stewart nella 'Vita è meravigliosa') cui si deve l'arrivo fantastico della istitutrice con l'ombrellino che continua a staccare dividendi." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 20 febbraio 2014)

"Pare sia stia affermando un nuovo filone cinematografico, che potremmo chiamare del 'backstage a posteriori'. (...) è uscito 'Hitchcock', dedicato alle travagliate vicende di 'Psyco' e del suo creatore; ora tocca alla genesi del più celebre film per bambini, 'Mary Poppins', successo planetario nominato a suo tempo per tredici Oscar e vincitore di cinque. Cose arcinote. Non molti sapevano, invece, che l'onnipotente Walt Disney dovette aspettare vent'anni prima di realizzarlo, perché la creatrice della super babysitter non voleva cedergli i diritti del suo libro temendo che il papà di Mickey Mouse lo riducesse a un'edulcorata parodia. Tuttavia nel 1961 la scrittrice in questione, l'australiana Pamela Lyndon Travers (Emma Thompson), accetta di andare a Los Angeles su insistenza di Disney (Tom Hanks), che intende concentrare gli sforzi in un ultimo tentativo per convincerla. Spinta unicamente dal bisogno di denaro, la signora impone rigide condizioni: niente canzoni, niente parti in animazione... tutto ciò, insomma, che farà la fortuna del film deve esserne bandito. (...) Se l'amabile dittatore che vediamo sullo schermo corrisponda al vero Disney è cosa tutta da vedere. Quel che è certo è che la parte migliore del film riguarda lo scontro culturale tra l'arcigna scrittrice e il grande venditore di sogni, lo zio dei bambini di tutto il mondo. Molto meno convincenti, purtroppo, i numerosi flashback ambientati nell'outback australiano e destinati a spiegarci il comportamento della protagonista da adulta. Qui la materia si fa strappalacrime, ed è un vero peccato. Perché sarà anche vero che 'con un poco di zucchero la pillola va giù', però il duello tra Pam e Walt riesce a mantenere per la maggior parte del tempo un tono di leggera ironia, senza farti soccombere sotto un'overdose di dolcificante." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 20 febbraio 2014)

Saving Mr. Banks

"(...) Le due personalità che duellano in 'Saving Mr. Banks', ovvero Walt Disney in persona e P.L. Travers, la scrittrice che nel 1934 aveva pubblicato 'Mary Poppins', concentrano tanti di quei cliché che si entra nel film con qualche titubanza. Dopo tutto dietro il ventennale braccio di ferro tra il padre di Topolino e la creatrice della tata più famosa del mondo, decisa a non lasciarla trasformare «in un detestabile cartone animato con canzoni e balletti» ma troppo al verde per non essere tentata di cedere i diritti a Disney, va in scena lo scontro fra due concezioni inconciliabili della cultura. Qua l'autrice arroccata nelle sue certezze e soprattutto, come scopriremo in una serie un poco zuccherosa di flashback, nel rapporto con la storia reale, (e dolorosa) che ha originato i suoi personaggi. Là il più geniale inventore di cultura di massa del '900, deciso a impadronirsi di quella storia meravigliosa per farne un film di grande successo (come puntualmente accadrà). Ma 'Saving Mr. Banks' è prodotto dalla Disney, i cliché fanno parte della filosofia della casa. E poi con Emma Thompson e Tom Hanks nei ruoli principali il divertimento è assicurato. Era dai tempi di Katharine Hepburn e Cary Grant che non si vedevano schermaglie più soavi tra una lei rigida fino all'autolesionismo (ma quando cede all'ondata di sentimenti sepolti dorme abbracciata a un pupazzo di Topolino: anche per Disney la vendetta è un piatto freddo) e un lui pronto a incassare i colpi più umilianti pur di ottenere ciò che vuole: il romanzo, che venera da decenni, continua a essere letto dalle sue figlie. E sembra parlare della sua infanzia non meno che di quella della scrittrice. Il resto lo fa un coro di comprimari semplicemente eccezionali (l'autista, strepitoso Paul Giamatti, lo sceneggiatore, la coppia di musicisti che compone in diretta...) e destinati a condividere col patron affronti e ceffoni senza batter ciglio. Andò proprio così? No, sicuramente, ma è troppo bello crederci comunque. Come in fondo insegna tutto il cinema Disney." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 20 febbraio 2014)

"Leggendo una sintetica trama di 'Saving Mr. Banks', ci sarebbe da tenersene alla larga. (...) Succede invece che lo strano soggetto a poco a poco venga messo a fuoco e finisca addirittura col dar vita a una coinvolgente commedia d'epoca grazie alla prestazione dei protagonisti Hanks e Thompson, straordinari senza mezzi termini per come restituiscono il minimalistico segreto di un incontro/scontro tra culture agli antipodi, concezioni del successo antitetiche e fantasmi psicanalitici rispettivamente trascinati dall'infanzia. In particolare, anche per merito delle tonalità di stile tra il brillante, il lirico e coreografico, il ricamo dialogico ed espressivo eseguito dalla coppia sul concetto di sacralità artistica e sull'essenza del medium di massa per eccellenza vale ampiamente il prezzo del biglietto." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 20 febbraio 2014)

Saving Mr. Banks

"Che strano film, «Saving Mr. Banks». E' un film che parla di un altro film, ovvero dell'avventurosa e faticosissima preparazione di Mary Poppins, un classico del cinema per l'infanzia (e non solo). È un film su Walt Disney prodotto dalla Walt Disney, quindi - in teoria - l'oggetto più «disneyano» che possa esistere, eppure si è beccato sul nuovo quotidiano 'Pagina99' alcune giuste e puntute critiche da parte di Mariuccia Ciotta, massima esegeta disneyana in Italia. È un film che ricostruisce il difficilissimo rapporto fra Disney (interpretato da Tom Hanks) e la scrittrice che aveva inventato il personaggio di Mary Poppins, P.L. Travers (un'ottima, bisbetica Emma Thompson), tentando di salvare capra e cavoli lasciando intravedere, nel finale, una concordia fra i due che in realtà non ci fu. E' un film diretto da un magnifico sceneggiatore (John Lee Hancock ha scritto due gioielli di Clint Eastwood, 'Un mondo perfetto' e 'Mezzanotte nel giardino del bene e del male', e il curioso 'Biancaneve e il cacciatore') che qui fa solo il regista, perché il copione è stato affidato a due signore, Kelly Marcel e Sue Smith, che hanno scritto solo roba televisiva. Forse, per parlarne, è opportuno partire dal titolo clamorosamente sbagliato. 'Chi è Mr. Banks?' Bella domanda: anche in America, se lo saranno chiesto in molti. Banks è, in 'Mary Poppins', il cognome della famiglia presso la quale trova lavoro la baby-sitter volante; e Mr. Banks è quindi il papà di Jane e Michael, i fratellini monelli (lo interpretava David Tomlinson). Su quel personaggio si scatenò una lotta, una delle tante che divisero Disney e la Travers: lui lo voleva con i baffi, lei no. Vinse lui, ma la lotta apparentemente futile nascondeva un sottotesto psicologico che Disney, in quella che è la scena madre del film, comprende e spiega alla scrittrice, convincendola finalmente a cedergli i diritti del romanzo. Mr. Banks era una proiezione del vero padre della Travers... (...) Amare o Walt o P.L., adorare la 'Mary Poppins' scritta o quella cinematografica sono condizioni imprescindibili per apprezzare il film... e anche per trovarlo discutibile. Il cerchiobottismo rischia di urtare o i fans del cerchio, o i fans della botte." (Alberto Crespi, 'L'Unità, 20 febbraio 2014)

"Per la prima volta Hollywood mette in film il leggendario dissidio. La scoperta è che Mary Poppins e i suoi personaggi altro non erano che la di lei famiglia, nel quale spiccava l'assoluto amore di Pamela per il padre Travers Banks, alcolizzato. Film nostalgico sulla sacralità di un mito e sulla Hollywood anni '60 'animata' da patron Disney: rigorosamente per famiglie." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 20 febbraio 2014)

"Piacerà per la sensibilità e la misura con cui gli sceneggiatori accostano l'incontro-scontro tra due grandi affabulatori: il fatidico Walt, l'uomo che inventò Topolino per poter rimanere Topolino, e la complessata Pamela, per la quale la fiaba della governante era stata un modo per esorcizzare i fantasmi di un'infanzia infelice. Certo, Tom Hanks è un Disney come ce l'ha sempre riportato la tradizione, fanciullone senza ombre (anche se le ombre c'erano, eccome...)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 20 febbraio 2014)

"Una delizia. Rischiava l'effetto melassa l'incontro fra Walt Disney e Pamela Travers, l'autrice di 'Mary Poppins'. Invece ne è uscita una commedia elegante e spiritosa, che rievoca con grande gusto per le belle immagini la lunga battaglia per la trasposizione cinematografica del celebre romanzo per l'infanzia. Ben assecondati da dialoghi brillanti, Emma Thompson e Tom Hanks incarnano mirabilmente i due protagonisti, che battibeccano per due ore senza annoiare." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 20 febbraio 2014)

Saving Mr. Banks

"La Disney attinge alle sue radici con 'Saving Mr. Banks', un film sulla storia dietro a un grande successo dell'ultimo periodo in cui Walt dirigeva lo studio, 'Mary Poppins', che arriva in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell'adattamento hollywoodiano dei romanzi di P.L. Travers. II punto di partenza della sceneggiatura (di Kelly Marcel e Sue Smith, a un certo punto nella mitica black list dei migliori copioni non realizzati sulla piazza) è l'incontro/scontro tra due grandi artisti della pop cultura mondiale, diversissimi tra di loro ma accomunati da una feroce gelosia nei confronti delle loro creature/creazioni, e dall'aver veicolato la memoria di infanzie non facili nella costruzione di mondi della fantasia. Walt Disney e P.L. Travers non si piacevano: è un fatto. (...) Con Tom Hanks nella parte di 'Walt' e Emma Thompson in quella di 'Mrs. Travers' (lui insisteva per essere chiamato per nome, lei rispondeva solo a 'signora Travers' e lo chiamava 'signor Disney'), 'Saving Mr. Banks' fa centro assoluto in fatto di casting. Hanks è un Walt dolce e seducente, la cui semplicità midwestern sfoderata contro il formalismo britannico nasconde un businessman con i nervi d'acciaio. Thompson evita con intelligenza la caricature della zitella inglese repressa che quasi sviene quando nella sua stanza d'albergo trova ad accoglierla un esercito di pelouche. E si vede che, per trovare il suo personaggio, ha guardato molto anche la Mary Poppins di Julie Andrews - volto dolce ma serio e assorto, il rossetto rosso applicato alla perfezione. Buoni anche Jason Schwarzman, B.J. Novak e Bradley Withford, nella parte degli Sherman e di DeGradi. Paul Giamatti è la caricatura benevola di un'autista 'alla Disney'. Girato nel quartiere generale della Major, a Burbank, il film di John Lee Hancock ricrea con amore, nei minimi dettagli, l'atmosfera dello studio di quegli anni. L'impressione è quella di entrare in un mondo sospeso, altro, come quando Mary Poppins e i bambini Banks entrano nei quadri disegnati sui marciapiedi dallo spazzacamino Bert." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 21 febbraio 2014)

Ton Hanks

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