Auditorium di Casatenovo. 50 anni di cinema e teatro

Carnage

Sabato 1 ottobre - Ore 21:00

Domenica 2 ottobre - Ore 16:00 e 21:00

Una commedia dark che narra la storia di due coppie di coniugi, che si incontrano per parlare di una rissa avvenuta a scuola tra i rispettivi figli. L'iniziale intento di risolvere la questione si trasformerà in una lite furiosa.

Presentato in Concorso al Festival di Venezia 2011

Regia: Roman Polanski

Interpreti: Kate Winslet, Christoph Waltz, Jodie Foster, John C. Reilly

Sceneggiatura: Roman Polanski

Fotografia: Pawel Edelman

Montaggio: Hervé de Luze

Musiche: Alexandre Desplat, Alberto Iglesias

Durata: 1 ora e 19 minuti

 Biglietti esselunga Vieni al cinema alla domenica sera - a Casatenovo costa meno Prendi sei e paghi cinque - Tessere a scalare

Valutazione Pastorale (dal sito della CNVF della Conferenza Episcopale Italiana)

Giudizio: Consigliabile, problematico **

Tematiche: Ecologia; Educazione; Famiglia; Lavoro; Libertà; Matrimonio - coppia; Rapporto tra culture

All'origine del film c'è un testo teatrale, "Le Dieu du carnage" scritto da Yasmina Reza e andato in scena con grande successo a Parigi, Londra, Broadway a partire dal 2006. Polanski ha visto lo spettacolo nella capitale francese, ne ha intuito le potenzialità di impatto e, con l'aiuto della stessa autrice, ne ha curato l'adattamento. Dall'iniziale ambientazione parigina l'azione è stata spostata a New York, mentre uguale è rimasto lo svolgimento in tempo reale e in un solo ambiente: il copione dura 80' proprio come l'incontro tra le due coppie. "Un vera sfida nel passaggio dal palcoscenico al grande schermo" ammette Polanski, oggi quasi ottantenne (nato a Parigi nel 1933 da genitori polacchi morti lui a Mathausen lei a Auschwitz). Sfida superata in modo ammirevole, grazie ad una invidiabile freschezza espressiva che crea spazi infiniti all'interno di un ambiente chiuso. Va aggiunto che la professionalità di Polanski e dei quattro attori non si risolve in una prova di bravura fine a se stessa ma è finalizzata a conferire spessore, credibilità e verità ai toni aspri di denuncia che si creano rispetto agli argomenti affrontati (cultura, società, politica, occidente e terzo mondo, famiglia, uomo e donna...). Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, e senz'altro problematico.

Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Il tono forte del dialogo, l'intensità dei temi, il taglio talvolta ostile e cinico inducono a tenere attenzione per la presenza di minori e piccoli, anche in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** Dalla pièce della Reza, il divertissement di un perfido regista in esilio (Polanski). Impeccabili gli attori

E' una "carneficina" senza epica e senza spargimenti di sangue, Carnage di Polanski (il grande deluso del concorso veneziano). Ma solo perché mancano le armi, e al posto di trucidi guerrieri abbiamo due coppie di borghesi piccoli piccoli - Kate Winslet/Christoph Waltz, Jodie Foster/John C. Reilly - che si massacrano nel salotto di casa. Devono risolvere, civilmente, le conseguenze di una rissa scoppiata tra i rispettivi figli, in cui uno ha sguainato un bastone e l'altro ci ha rimesso due denti. Cose tra ragazzi, si dirà. Avvenimento banale, certamente. Che disgraziatamente però ne genera altri. Perché i quattro adulti evoluti partono bene e finiscono male: una parola tira l'altra, le risatine graffiano, le nevrosi esplodono e la frittata è fatta. Delicata, avvelenata. Come la nuova regia di Polanski che, dal suo esilio parigino, si concede questo divertissement giostrato con maestria, divertente e cinico, generosamente offerto a un gruppo di indiscutibili attori.

Tratto dalla pièce teatrale di Yasmina Reza, Carnage è un esercizio di stile con iniezioni di autentica perfidia: potere della chiacchiera, inventata, sembra dirci Polanski, solo per creare divisioni. Astrazione, sensibilità psicologica, padronanza dello spazio e senso del ritmo ricordano il primo film del regista,Il coltello nell'acqua, ma senza il carico da novanta delle tensioni sessuali e dei sottotesti politici. Carnage è, e rimane fino alla fine, puro gioco, orchestrato per intrattenere pubblico e interpreti, la cui bravura (con questa sceneggiatura!) è decisiva alla riuscita dell'operazione. Per cinismo e impatto scenico John C. Reilly (più proletario) e Christoph Waltz (altolocato e viscido) stracciano le loro controparti femminili. Kate Winslet è protagonista però della scena cult del film, quella in cui vomita su un libro fuori catalogo dedicato a Oskar Kokoschka, e la Foster - nel finale decisamente sopra le righe - una mogliettina e una madre perfetta, domesticamente precisa, umanamente irreprensibile e socialmente insopportabile.

Le musiche di Desplat (che incorniciano il film) e i brevi, precisi, movimenti di macchina, conferiscono al film la leggerezza e la sinuosità di un elegante balletto. Alla fine del quale ci si lascia soddisfatti ma fondamentalmente uguali a prima. (Gianluca Arnone)

La critica

"Non c'è il sangue, non c'è il ferro, eppure è una guerra, una 'Carneficina' in piena regola. Due coppie di borghesi piccoli piccoli - Kate Winslet e Christoph Waltz, Jodie Foster e John C. Reilly - si massacrano nel salotto di casa. Avrebbero dovuto risolvere la rissa scoppiata tra i rispettivi figli - un bastone, due denti - ma non è un gioco da ragazzi: risatine, isteria, nevrosi, e il Dio del massacro prende il sopravvento. Dall'esilio parigino, Roman Polanski prende la pièce di Yasmina Reza e si regala un divertissement abile, cinico, autobiografico - la reclusione tra quattro mura chissà da dove viene? - e nostalgico: vi ricordate il suo primo film, 'Il coltello nell'acqua'? E gira da dio, con movimenti di macchina ariosi quanto costretti: non c'è altro, non c'è tensione sessuale o indagine politica, ma un esercizio di stile affidato alla bravura degli interpreti. Su tutti, il nostrano Reilly, poi il fichetto Waltz, mentre la Winslet vomita genuina e la Foster va fuori giri. Perfido e decorativo." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 15 settembre 2011)

"Il tramonto dell'Occidente in un appartamento di New York. L'occasione è banale: due ragazzini hanno litigato e uno ha spaccato due denti all'altro. Il dramma sarà epocale (ma esilarante). (...) Coppia contro coppia dunque, ma anche mariti contro mogli, mogli contro mogli, mariti contro mariti, cinici contro idealisti, borghesi contro alternativi, e via distinguendo e accusando, in un carosello di identità parziali e derisorie difese con ogni mezzo. La pièce di Yasmina Reza si chiama 'Il dio della carneficina'. Polanski e i suoi quattro prodigiosi attori ne fanno uno scintillante saggio di cinema da camera in cui ogni parola, ogni gesto, ogni impercettibile trasalimento svela e insieme nasconde interi mondi. Magistrale." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 16 settembre 2011)

"Sebbene fosse in testa alle classifiche della critica internazionale, non ha vinto il Leone d'oro, ma adesso che esce in sala potrebbe ricevere il premio del pubblico. Un pubblico maturo, che accetti di ridere, e parecchio!, restando tuttavia con un retrogusto amaro in bocca: perché di certo 'Carnage', che Roman Polanski ha realizzato sulla base dell'omonima commedia della franco/ iraniana Yasmine Reza, di noi borghesi occidentali in crisi disegna un ritrattino al vetriolo. (...) Dalla discrepanza fra la facciata perbenista e le sotterranee pulsioni di cinismo e disperazione viene a configurarsi un paradossale scenario nel quale Polanski si muove a proprio agio con l'usuale maestria. Conferendo fluidità a un'azione che si svolge in un unico ambiente, facendo scattare perfetti tempi comici e mantenendosi in equilibrio fra divertita ironia e nero nichilismo. Meraviglioso il quartetto di attori, con una nostra piccola preferenza a favore di Waltz/Winslet. Musica di Desplat, costumi di Canonero, di 'Carnage' da Venezia abbiamo scritto che è un vero gioiello. Ora lo ribadiamo." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 16 settembre 2011)

"Polanski magistralmente sfigura la pièce di Yasmina Reza (co-sceneggiatrice) che oscilla pericolosamente sulla 'banalità del bene', su quanto sia noioso occuparsi del Darfur e delle carneficine in generale. Sotto, sotto - è l'assunto - ognuno è selvaggiamente egoista, ed è bene che lo dica. Lo spettacolo teatrale dell'autrice francese, 'Le Dieu du Carnage', ha estasiato il grande pubblico e dal 2006 continua a mietere successi, in Francia, in Italia e a Broadway, ed è proprio a New York (vista solo dalla finestra) che Polanski ha ambientato il film. (...) Nel disincanto generale, Polanski carica il testo della stessa indignazione di 'L'uomo nell'ombra' contro l'omertà per i crimini quotidiani. Il pietismo e il cinismo. Alla fine, l'avvocato nazistoide impedirà il ritiro della medicina letale e il commerciante bonaccione glielo lascerà fare senza neanche pentirsi di aver gettato nelle fogne il criceto di sua figlia. Sui titoli di coda, i due litiganti teenager tornano a giocare e il roditore abbandonato, in un primo piano molto disneyano, ci dice quanto sia bello correre liberi, lontano dalle famiglie perbene." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 16 settembre 2011)

"Piacerà probabilmente più al pubblico delle sale che a quello veneziano. Alla Mostra, Polanski ha pagato lo scotto di non aver sfornato quel capolavoro che magari tanti s'attendevano. Da quando è diventato un 'martire' della puritana giustizia d'America (che lo perseguita per una porcata commessa 40 anni fa) Roman è condannato dai suoi fan ai film da 4 stellette (se non ci arriva è tragedia). Da parte nostra, i timori erano opposti. Perché Polanski è stato convincente solo due volte su quattro. E perché il 'dramma da camera' (tutta l'azione concentrata in settanta metri quadri) è un genere difficilissimo da maneggiare. Ci si scornò pure il magno Hitchcock che sballò di brutto con 'Nodo alla gola' (noto anche come 'Cocktail per un cadavere'). Ma perché sballò Hitch? Per esibizionismo, per vincere la scommessa di un film tutto girato su un solo piano-sequenza. Roman, invece, ha rinunciato al tocco autoriale (cosa che ha deluso i suoi fan). Ha chiuso le coppie nell'appartamento newyorkese (sullo sfondo le ex Torri Gemelle) e ha diretto gli attori come meglio non si poteva. Una bella mano gliel'ha data Yasmine Reza, autrice della pièce originale, che ha scritto dialoghi d'oro e riscritto astutamente il finale. Foster contro Reilly contro Waltz contro Winslet. Chi vince la gara di bravura? Beh, son tutti signori attori, ma la Jodie ha la marcia in più. Con quel demonietto che le balena negli occhi uno ha spesso la sensazione che il sangue potrebbe davvero correre." (Giorgio Carbone, 'Libero', 16 settembre 2011)

"Tragedia comica o commedia tragica? In ogni caso un gran bel film. 'Carnage' ha fatto il pieno di applausi alla Mostra veneziana, uscendone però senza neanche un premio: con la motivazione, piuttosto incongrua, che a Roman Polanski o si dà il Leone d'oro o nulla. Il risarcimento - scommettiamo? - verrà dal pubblico pagante. Smaltita la rabbia, Medusa lo fa uscire oggi in 370 copie, praticamente a tappeto. (...) 'Carnage' traspone sullo schermo con minime variazioni la pièce teatrale di Yasmina Reza 'The God of Carnage', appena pubblicata da Adelphi col titolo 'Il dio del massacro'. Sulla scena durava 90 minuti, Polanski ha asciugato ancora, portandoli a 78. (...) Non date retta a chi parlerà di teatro filmato. Polanski, senza mai uscire da quelle quattro mura, dinamizza l'azione, moltiplica i punti di vista e muove la cinepresa, ma senza virtuosismi inutili. Si ride molto, specie quando Nancy vomita di getto sul tavolino del salotto la torta di mele e pere appena ingurgitata, insozzando il volume di Kokoshka religiosamente sistemato dalla padrona di casa accanto al vaso di tulipani gialli. (...) La morale di 'Carnage' è racchiusa in una battuta mirabile: «Non possiamo dominare ciò che ci domina». Già. Tuttavia Polanski, rispetto al testo originario, introduce una nota di speranza. Attenzione all'ultima scena: speculare alla prima eppure così diversa, sdrammatizzante, saggia." (Michele Anselmi, 'Il Riformista', 16 settembre 2011)

Roman Polanski

 Carnage - Locandina Olicer Twist Il Pianista - Manifesto L'uomo nell'ombra - The Ghost writer - Poster Venere in pelliccia

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