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Quasi amici

Quasi amici - Les intouchables

Giovedì 14 marzo - Ore 15:00

Quasi amici, ispirato ad una storia vera, racconta l'incontro tra due mondi apparentemente lontani. Dopo un incidente di parapendio che lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione, come badante personale. Per dirla senza troppi giri di parole, la persona meno adatta per questo incarico. L'improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind and Fire, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica.

Regia: Olivier Nakache, Eric Toledano

Interpreti: François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet, Alba Gaïa Kraghede Bellugi, Cyril Mendy, Christian Ameri, Grégoire Oestermann, Joséphine de Meaux

Sceneggiatura: Olivier Nakache, Eric Toledano

Fotografia: Mathieu Vadepied

Montaggio: Dorian Rigal-Ansous

Musiche: Ludovico Einaudi

Durata: 1 ora e 52 minuti

Quasi amici - Poster Marigold Hotel La mia vita è uno zoo Il matrimonio che vorrei - Meryl Streep e Tommy Lee Jones

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** Irresistibile inno alla vita del duo Toledano-Nakache. Fenomeno d'incassi in Francia, con Omar Sy e François Cluzet "diversamente" intoccabili

Philippe (François Cluzet) è un ricco aristocratico paraplegico, Driss (Omar Sy) un ragazzone delle banlieue uscito da poco di prigione. Quando il primo assumerà l'altro come badante personale, la vita di entrambi cambierà radicalmente, in meglio. E' questa la storia (vera) che ha letteralmente sbancato il botteghino francese (20 milioni di spettatori, 170 milioni di euro incassati), portata sullo schermo da Eric Toledano e Olivier Nakache. Bravi in primo luogo a supportare l'esplosiva alchimia tra i due protagonisti, entrambi superlativi, entrambi capaci di rendere credibile - spogliandola di qualsivoglia pietismo - la complementarità dei rispettivi handicap, da una parte quello fisico, dall'altra quello sociale.
Sì, perché Les intouchables (il titolo italiano, come spesso accade, ne banalizza ampiamente il senso) racconta fondamentalmente di una doppia rinascita: e per farlo si affida in larga misura all'umorismo, chiave vincente di un film che non vuole deridere la disabilità, ma scherzarci insieme. Di fatto, lasciandosi prendere per mano dallo stesso Omar Sy, beniamino in patria, attore travolgente che sa sfruttare l'immobile eleganza e la sagacia di Cluzet con tempi comici d'altri tempi.

La musica classica, la pittura, l'amore per gli sport estremi - il parapendio la causa dell'incidente che lo ha reso paraplegico -, il mondo dorato di Philippe contrapposto al grigiore della periferia parigina dove vive ormai da anni il giovane senegalese: grigiore che l'handicap del primo sembra costringere a dover subire perché così vuole "l'etichetta", asfissianti cure amorevoli e premurose da parte di un'umanità che, da sempre, si rapporta al "malato" come fosse fragilissimo cristallo. L'importante è che non si rompa: "rottura" di cui invece ha bisogno Philippe, che in Driss intravede la forza (non solo muscolare) di cui ha bisogno per continuarsi a sentire vivo. E allora basta ai soliti giretti sul furgone per handicappati e via a tutta velocità sull'esplosiva Maserati ormai parcheggiata da troppo tempo: perché di immobilità ne basta una e il mondo intorno è ora che lo comprenda. (Valerio Sammarco).

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