Auditorium di Casatenovo. 50 anni di cinema e teatro

Le quattro piume

Le quattro piume

Harry Faversham è uno dei migliori soldati britannici del suo reggimento, ha un futuro promettente nell'esercito e lo aspetta una vita felice accanto alla donna che ama. Ma quando un esercito di ribelli sudanesi attacca una fortezza britannica a Khartoum e il suo reggimento è inviato in Nord Africa, Harry è assalito da dubbi e incertezze, dimettendosi proprio mentre il suo reggimento sta partendo per la guerra. Scioccato dalle azioni di suo figlio, il padre di Harry lo ripudia. Non riuscendo a capirne la scelta, e presumendo che abbia paura, tre degli amici di Harry e anche la sua fidanzata, gli inviano una piuma bianca, simbolo di codardia.

Heath Ledger Regia Shekhar Kapur
Wes Bentley Musiche James Horner
Kate Hudson Scenografia Peter Howitt
Djimon Hounsou Durata: 2h5'

 

Sabato 23 novembre Ore 21:00
Domenica 24 novembre Ore 21:00


Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)

Giudizio: Accettabile, realistico

Tematiche: Amicizia; Avventura; Guerra; Letteratura; Storia

Si dice per convenzione che appartenga al passato (a periodi caratterizzati da attese più semplici e genuine)quel cinema che raccontava storie di forti passioni e di grandi eroismi, ambientate in quei luoghi del mondo ancora avvolti dall'idea di lontananza e quindi dal fascino dell'ignoto. Vicende che, in generale, potevano essere considerate il corrispettivo su grande schermo dei romanzi d'avventura scritti tra '800 e primi '900 e che incontravano grande successo di pubblico. Molte di queste vicende trovavano ideale luogo di svolgimento in Inghilterra e negli sterminati territori dell'allora impero britannico. "Le quattro piume" ne è un esempio rilevante. Realizzato una prima volta nel 1929, il racconto, tratto da un romanzo di A.E.W.Mason, fu ripreso dieci anni dopo, e un secondo remake arrivò nel 1975. Anche in questa quarta versione (la prima del Duemila) a tenere banco sono i concetti di amicizia, sacrificio, lealtà, rivalità d'amore, sentimenti, patriottismo. Senza retorica e senza facili ironie: di quei valori così forti la regia dell'anglo-indiano Kapur evidenzia con l'occhio di oggi l' attualità ma anche gli eccessi, le durezze. La crisi di Harry segna l'emergere di qualche dubbio sull'effettiva utilità delle conquiste coloniali. Ne deriva che fatti storicamente accaduti sono filtrati dall'epica del pathos, della commozione, della battaglia spettacolare, ma anche del ballo a corte, di un amore forte che sfida convenzioni e rigidità cerimoniali. Il film ha il merito di mantenersi nell'insieme concreto e attendibile, dando ancora vitalità ad un copione che parla di anni lontani ma si fa vedere e seguire con simpatia. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, e realistico per l'esatta ricostruzione che lo caratterizza.

Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre anche in seguito come spettacolo di buon livello e di immediata fruizione.

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