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Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Michel Faber Sotto la pelle e vede Scarlett Johansson nel ruolo di Isserley, un'aliena che percorre le autostrade deserte a caccia di prede umane, sfruttando la sua bellezza come esca. Isserley avrà modo di conoscere e apprezzare la natura degli uomini e delle donne e mettere così in dubbio la propria identità e origine aliena.
Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Scarlett Johansson, Paul Brannigan, Robert J. Goodwin, Krystof Hadek, Scott Dymond, Michael Moreland
Sceneggiatura: Walter Campbell
Fotografia: Daniel Landin
Montaggio: Paul Watts
Durata: 1 ora e 47 minuti
		
		 
 



 L'aliena Scarlett Johansson per il dramma 
				fantascientifico di Glazer: pieno di idee folgoranti
				L'aliena Scarlett Johansson per il dramma 
				fantascientifico di Glazer: pieno di idee folgoranti
		Raccontare i rapporti umani attraverso la fantascienza non è un colpo di 
		genio, ma Jonathan Glazer con Under the Skin riesce a trovare la chiave 
		per rendere l’idea originale. Scarlett Johansson interpreta un’aliena 
		che adesca maschi umani per permettere alla propria specie di cibarsene. 
		Poco a poco però, il contatto con l’umanità la cambierà. 
Scritto da 
		Glazer con Walter Campbell, a partire da un romanzo di Faber, il film è 
		un dramma fantascientifico praticamente muto che attraverso la duttilità 
		narrativa del genere mette in scena il cinismo con cui si consumano i 
		rapporti umani: come un famelico extra-terrestre, l’uomo si nutre di chi 
		ha intorno, come un parassita lo svuota, lo manipola per trarne 
		vantaggio.
La sperimentazione ai limiti della video-arte, l’incipit kubrickiano e l’estrema suggestione figurativa si sciolgono in una sorta di realismo sospeso. Un film pieno di idee folgoranti in senso visivo, musicale e narrativo, con una regia perfetta per descrivere l'aliena, una Scarlett Johansson che dona il suo corpo e sa farlo interagire in modo notevole con gli spazi e le inquadrature.
Piacerà a pochi, ma a Glazer non si può negare una voglia di stupire che manca alla maggior parte del cinema contemporaneo. (Emanuele Rauco)