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Silvio forever

Silvio forever

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Autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi. Col tempo, tutto ha cominciato a ruotare sempre di più intorno a lui. Solo a lui. Ossessivamente a lui: Silvio Berlusconi. Che, comunque la si pensi, al di là dei meriti per cui lo osannano e dei demeriti per cui lo disprezzano, è uno strepitoso personaggio della commedia dell'arte, capace di offrire miriadi di spunti per un'avventura cinematograficamente immaginabile....

Regia: Roberto Faenza, Filippo Macelloni

Sceneggiatura: Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo

Durata: 85 minuti

Sito ufficiale: www.silvioforever.it

 

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Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)

Giudizio: Complesso/superficialità/dibattiti

Tematiche: Politica-Società; Storia

L'idea, e il successivo copione cinematografico, sono di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, giornalisti del Corriere della Sera. In regia, insieme a Filippo Macelloni, c'é Roberto Faenza, autore nel 1978 di un film di montaggio dal titolo "Forza Italia", molto critico verso la DC e ritirato dalle sale il giorno del sequestro Moro, proprio nel marzo 1978. La definizione "film di montaggio" vale anche in questa circostanza. Gli autori infatti hanno attinto a materiali originali, "trovati consultando gli archivi di tutto il mondo, incluso internet". Sequenze dunque già conosciute si affiancano ad altre meno note o mostrate in contesti più ampi. Dice Faenza: "Non un film dichiaratamente ostile e 'contro' (molti ne sono stati fatti, inclusi vari documentari realizzati all'estero) e men che meno apocalittico, bensì una sorta, appunto, di 'autobiografia', sia pure non autorizzata e venata di autoironia.(...)". E' stata fatta poi la scelta, quando era impossibile attingere all'audio originale, di far sentire la voce fuori campo del protagonista nella imitazione di Neri Marcoré. Forse nell'intento di non confondersi con i tanti pamphlet sul tema, i realizzatori scelgono la strada 'mediana' di farsi vedere avversari senza imbarcarsi sul terreno della denuncia, di essere critici ripercorrendo la inestricabile connessione tra spettacolo/vita vera/politica "nell'avventura umana dell'uomo eccessivo in tutto" (ancora Faenza). Più che un punto d'arrivo, il film può essere preso come un punto di partenza, per riflettere su ciò che si vede e insieme sul ruolo del documentario, sul suo linguaggio, sulla capacità di manipolare materiali nuovi e vecchi, di essere luogo dove la realtà si mostra per come é senza i trucchi della fiction. Procedendo un po' a corrente alternata, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come complesso, segnalandone alcune superficialità di composizione e indicandolo come adatto per dibattiti.

Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e in seguito, come detto, da recuperare in occasioni mirate per avviare riflessioni sul ruolo del documentario nella storia e nel cinema italiani.

 

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** Berlusconi secondo Berlusconi, con gli omissis del caso autobiografico: Faenza & Co. quando ci daranno il sequel?

Costruito con immagini di repertorio e le stesse parole di Berlusconi in presa diretta o pubblicate su giornali, periodici o libri (quando la sua voce originale non è disponibile, viene doppiato da Neri Marcorè), intervallato da interventi e testimonianze, tra gli altri, di Benigni, Fo, Travaglio, Cornacchione, Montanelli, Biagi, Gregoretti, don Verzè, “non è un film pro o anti Berlusconi”.

E’ Silvio Forever diretto da Roberto Faenza e Filippo Macelloni, scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella e prodotto da Lucky Red. Una Autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi, come recita il sottotiolo, l’autoritratto per interposto occhio di chi ha segnato indelebilmente almeno un ottavo dei nostri 150 anni: tremendo ammetterlo, ma tant’è. Non c’è abbastanza mafia, P2, intrallazzi e bunga bunga: è vero, e non si può lasciar correre, perché la cattiveria, auspicabilmente partorita da un montaggio parallelo che con Silvio, si sa, viene bene, rimane nel fuoricampo, dove si giocherà la battaglia ermeneutica tra destra e sinistra, spettatori destrorsi e sinistrorsi, con questo documentario di 80 minuti a far da palla al centro.

Ma chi metterebbe queste parole chiave nelle proprie memorie, visto che si presenta quale Autobiografia? Un masochista, e il Cavaliere non lo è: piuttosto un simpatico sadico, abituato a parlare di pancia (propria) e colpire allo stomaco (dell’Italia tutta). Un piazzista, “il più grande al mondo” per il fu Indro Montanelli, capace pure di farla alla mamma: “Non si vedrà mai una foto di Silvio in giro con le donne o altro”, vaticinava Rosa Bossi (cognome cardine per Silvio...) Berlusconi. Ci lascia due notizie Silvio Forever. Prima la cattiva: Berlusconi è un fuoco fatuo e a marcire siamo noi. Poi la buona: a quando il sequel, Silvio No More? (Federico Pontiggia)

La critica

"Non è abbastanza cattivo? E come potrebbe, visto che è una Autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi. Ovvero, l'autoritratto per interposta mano (Roberto Faenza e Filippo Macelloni alla regia, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella alla scrittura) di chi ha segnato indelebilmente almeno un ottavo dei nostri 150 anni tremendo ammetterlo, ma tant'è. Non c'è abbastanza mafia, P2 intrallazzi e bunga bunga: ma chi metterebbe queste parole chiave nelle proprie memorie?" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 24 marzo 2011)

"Incomprensibile poi l'operazione messa in campo da 'Silvio Forever', documentario di montaggio realizzato da Roberto Faenza e Filippo Macelloni. Si tratta di una biografia, certo non autorizzata, di Berlusconi, dalle modeste origini al buna bunga. Se lo scopo era il ritratto ironico, c'è veramente poco da ridere. Ma a furia di non prendere posizione (scelta di per se condivisibile) si scivola in una involontaria agiografia che dimentica elementi di fondamentale importanza per capire davvero il personaggio e il suo successo."(Alessandra De Luca, 'Avvenire', 25 marzo 2011)

"Da bambino vendeva palle di carta come combustibile. Per i finanziamenti alla prima palazzina chiama 15 parenti a simulare i compratori. Canta col cuore in mano 'Avec le temps, va, tout s'en va' di Ferré e fonda la tv delle ballerine tenute. (...) Centinaia di documenti e battute (con la voce di Marcoré) per una biografia non autorizzata, incerta, in ordine cronologico (di Stella-Rizzo) e disordine etico. Sullo sfondo, l'Italia. Lui seduto sopra. Forever?" (Silvio Danese, 'Giorno, Carlino, Nazione', 25 marzo 2011)

"Dalle stalle alle stelle (e ritorno?). Una autobiografia non autorizzata che non delude affatto le aspettative. (...) L'operazione di questi magnifici quattro (Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo del «Corriere della sera» alla scrittura e Roberto Faenza e Filippo Macelloni 'alla consolle') merita più di un livello di interesse (chi non si è fatto nella sua testa un'agiografia o una controbiografia altrettanto ossessiva, se ne liberi). Questo 'on the road' emozionale che vuole decostruire dal di dentro il linguaggio della cultura dominante (chi è più bravo, furbo, intelligente perché non dovrebbe approfittare, abusare delle sue doti?) è all'altezza dei problemi politici della fase. (...) Insomma qui si porta una salutare boccata d'aria rispetto a un genere, il documentario, che troppo spesso sceglie la via facile della propaganda (ereditando i peggiori difetti forcaioli dell'avversario). C'è del sapore rooseveltiano, da doc di Capra: rispetto dell'avversario e della sua inebriante macchina seduttiva, e nello stesso tempo, lucidità, charme e fermezza del punto di vista critico, che trova un climax nelle performance comica: illuminare gli argomenti razionali del capopopolo delle libertà e la loro ossatura cancerogena." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 25 marzo 2011)

"Tutto Silvio minuto per minuto. Infanzia e prodezze, primi quattrini e prime amicizie, quella volta che salvò la sorellina caduta nel latte e quella che piazzò i primi appartamenti invitando tutti i parenti a recitare la parte degli acquirenti. (...) Gli autori di 'Silvio Forever' (Faenza e Macelloni con Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, autori del copione) dicono di non aver fatto un film 'contro' Berlusconi ma 'su' un fenomeno unico al mondo che non smette di affascinare gli italiani. Giusto rilievo, ma il punto vero è un altro. A un'autobiografia non autorizzata sull'uomo più famoso d'Italia non si chiede di essere pro o contro, ma di spiegare, illuminare, suggerire, accostando immagini, parole, episodi, dettagli. Magari estraendo a colpi di montaggio significati latenti nella testimonianza diretta. Mentre 'Silvio Forever' non spiega o non mostra molto di nuovo, ma finisce per celebrare il 'mistero', dunque inevitabilmente il fascino di una parabola che ormai ha davvero poco di personale. E anche un problema di durata: 80 minuti sono pochi, troppe cose restano accennate o inesplicate. Tanto più che invece di interrogare l'immenso materiale a disposizione, smontandone codici e retoriche con rigore e fantasia, Faenza e C. scelgono una linea, come dire, 'impressionistica', che non estrae un senso nuovo da immagini e testi, ma ne contempla l'effetto (che non esclude le gaffes e il ridicolo involontario naturalmente). Certo: ogni spettatore trarrà le sue conclusioni, ci mancherebbe. Noi avremmo preferito restare un po' più sorpresi e spiazzati." ('Il Messaggero', 25 marzo 2011)

Quello che... non abbiamo fatto - I film della stagione 2010 / 2011


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