Auditorium di Casatenovo. 50 anni di cinema e teatro

Lourdes

Lourdes

Sabato 6 marzo Ore 21:00
Domenica 7 marzo Ore 16:00 e 21:00

Christine ha trascorso la maggior parte della sua esistenza inchiodata a una sedia a rotelle. Decide di recarsi a Lourdes, il luogo di pellegrinaggio situato nel cuore dei Pirenei, per uscire dall'isolamento. Una mattina, al risveglio, si scopre apparentemente guarita da un miracolo. La guida del gruppo di pellegrini, un affascinante quarantenne membro dell'Ordine di Malta, comincia a mostrare un certo interesse nei suoi confronti. Mentre la sua guarigione suscita gelosia e ammirazione, Christine cerca di afferrare la nuova occasione di felicità che la vita le ha offerto.

Presentato in Concorso alla sessantaseiesima Mostra del Cinema di Venezia (2009)

Scarica la presentazione del film, in formato PDF

Regia Jessica Hausner
Sceneggiatura Jessica Hausner
Fotografia Martin Gschlacht
Montaggio Karina Ressler

Sylvie Testud Léa Seydoux
Bruno Todeschini Elina Löwensohn

 

Biglietti esselunga Vieni al cinema alla domenica sera - a Casatenovo costa meno Prendi sei e paghi cinque - Tessere a scalare

 

Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema - ACEC)

Giudizio: consigliabile, problematico, dibattiti

Tematiche: malattia, male, solidarietà, amore, tematiche religiose

La regista é nata a Vienna nel 1972, ha girato alcuni CM e, a proposito di questo suo secondo LM, ha detto: "Prima di tutto mi é venuta l'idea di girare un film su un miracolo (...) Durante le mie ricerche mi sono soffermata sul fenomeno particolare di Lourdes, luogo in cui i miracoli avvengono regolarmente. Ho scelto quel luogo perché volevo evidenziare il fatto che i pellegrini ci vanno con la speranza di vivere un miracolo. In fondo é questa la suspense della storia...". In queste parole c'è l'approccio di una regista che, da non credente, affronta l'universo Lourdes con occhio disincantato ma non indifferente, freddo ma non estraneo. Lo stile asciutto, stilizzato, quasi sintetico scelto dalla Hausner costruisce una seria, appassionata e insieme ponderata riflessione sulla resistenza alla religione praticata per professione, insieme ad un abbandono alla speranza agita dalla Fede. Lo sguardo sgombro da condizionamenti offre allo spettatore le più ampie possibilità di una riflessione improntata a contributi differenti, evitando sia le trappole dell'agiografia sia dell'offesa fine a se stessa. Conta l'umanità dei presenti, la loro interiorità, la voglia di aggrapparsi alla vita, i volti, gli occhi, i movimenti. E un finale di struggente intensità emotiva. Presentato all'ultima edizione della Mostra di Venezia, il film ha avuto il primo premio dalla Giuria SIGNIS. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione:  il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte occasioni successive per avviare riflessioni sui temi ampi e profondi che affronta.

 

cinematografo.it - Fondazione ente dello spettacolo ***** La Hausner s'ispira a Ordet ma ne rovescia la prospettiva, girando un piccolo grande film sul tema del miracolo. Superlativa la Testud

Leone d'oro o no, Lourdes dell'austriaca Jessica Hausner si candida a diventare tra i film migliori sul tema dei miracoli. Esaustivo nella misura in cui la questione viene ampiamente articolata e riletta, senza mai essere sciolta. La regista dichiara di essersi ispirata a Ordet di Dreyer ma la prospettiva non potrebbe essere più diversa: nel capolavoro del maestro danese l'impossibile che non viene creduto alla fine accade, mentre qui succede (forse) il contrario. Il film di Dreyer inoltre era sbilanciato su un versante scopertamente teologico che investiva la relazione tra il Verbo e la Fede, dialettica prima fossilizzata in un mortificante dogmatismo, poi rinnovata nell'inaspettato intervento del Primo nel dimenarsi storico della seconda, il Miracolo. La Hausner invece più che riflettere sui miracoli s'interroga sul loro senso, il valore. Protagonista Christine, una paraplegica di un gruppo di pellegrini in visita nella cittadina francese "col primato di guarigioni". Interpretata da una superlativa Sylvie Testud (che ha lavorato con veri malati di sclerosi multipla e fisioterapisti specializzati, candidandosi alla Coppa Volpi), la giovane donna non sembra molto convinta delle proprietà taumaturgiche della cittadina mariana e afferma anzi che "Lourdes è l'unica possibilità che ha di viaggiare". I suoi compagni di sventura la pensano diversamente, per loro il pellegrinaggio nella città di Bernadette è un viaggio della speranza, l'ultima frontiera oltre il silenzio della medicina. Christine sembra più interessata invece all'aria aperta e alla compagnia della gente, in particolare a quella di Kuno (Bruno Todeschini) un affascinante quarantenne, su cui ha messo gli occhi anche la giovane e avvenente infermiera della donna, Maria (Léa Seydoux). L'ordine naturale delle cose vorrebbe che Maria avesse la meglio sulla gracile contendente, mentre un Dio giusto premierebbe la tenace speranza dei fedeli. Ma i disegni di Dio, ricorda il prete ai pellegrini, sono imperscrutabili o forse a dominare il mondo è il Caso, come pare suggerire implicitamente il film. In ogni caso il dato è tratto: la Hausner sceglie di "far alzare" Christine dalla sedia a rotelle e getta tra le sue braccia Kuno. Il rovesciamento regala a Christine il miracolo insperato e ai fedeli quello non voluto. Tra alcuni di loro serpeggia l'invidia, mentre la gelosia sembra affiorare sul bel viso di Maria. Le traiettorie di senso del film subiscono una radicale inversione, ridistribuendo gioie, delusioni e attese frustrate. Persino il prete ne è scosso. Ma si fa strada pian piano nella coscienza di tutti la meravigliata accettazione dell'imponderabile, la comunità si ricompatta attorno al suo mistero. La Hausner oscilla sapientemente tra un atteggiamento e l'altro, attenta a cogliere con il suo stile geometrico, ironico (alla Tati) e impassibilmente oggettivo ogni sfumatura, reazione, fermento. E non rinuncia all'ennesimo ribaltamento di senso, "rimettendo a sedere" la donna sulla sua prigione a rotelle mentre il gruppo festante balla e canta sulle note di Felicità. Il miracolo forse è avvenuto, forse no, la gioia rivela il suo carattere transeunte e crudele e la traccia di Dio naufraga in un gioco di scatole cinesi "in cui le scatole si aprono una dopo l'altra senza mai arrivare al centro" (Jessica Hausner). Che è il punto più lontano in cui la regista austriaca intende portarci. Fermandosi un attimo prima di svelare l'ignoto: laddove nessuno può guardare, ma sul quale ciascuno - laicamente, non pascalianamente - è chiamato a scommettere. (Gianluca Arnone)

I film della stagione 2009 / 2010


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