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      Charlotte Rampling 
      Bruno Cremer 
      Jacques Nolot 
      Sceneggiatura 
      François Ozon 
      Emmanuelle Bernheim 
      Fotografia 
      Jeanne Lapoirie 
      Montaggio 
      Laurence Bawedin  | 
    Sotto la sabbia 
      Francia - 2000 
      1h e 30' Drammatico
      Sposati da venticinque anni, Marie e Jean formano una coppia 
	  consolidata il cui rapporto non ha più bisogno di molte parole per 
	  l'intesa stabilita da tempo e per la comprensione che anticipa oramai i 
	  pensieri. Come ogni estate partono per la loro casa delle vacanze nelle 
	  Landes, per approfittare della spiaggia ampia e deserta e del mare. Ed è 
	  proprio su quella bella spiaggia, in lotta costante con il frangersi degli 
	  ampi marosi, che Jean scompare, mentre Marie si è addormentata. 
      Il mistero che avvolge la sparizione permane costante per tutto il film, 
	  scritto profondamente sul viso tirato della donna che caparbiamente decide 
	  di non accettare la scomparsa, riprendendo il corso della sua vita nella 
	  bella casa di Parigi. 
      Continua così a dividere la propria esistenza lasciando che le compaia 
	  sempre davanti l'immagine del marito, fantasma che risponde al suo 
	  desiderio di averlo ancora accanto come una volta, senza però riuscire a 
	  cancellare la solitudine e il sentimento di abbandono che la tormentano, 
	  tornando a galla prepotentemente. L'elaborazione di questo lutto non 
	  riesce ad avvenire neppure con l'aiuto di un uomo con il quale intesse una 
	  relazione difficile, contro la quale Marie stessa sembra combattere, 
	  mentre confonde le sue carezze con quelle ancora profondamente desiderate 
	  del marito. 
      Impenetrabile resta il mistero della scomparsa di Jean accompagnato dal 
	  dubbio e l'incertezza di Marie che dipenda da lei piuttosto che da una 
	  disgrazia. Neppure il ritrovamento del cadavere le darà la certezza di una 
	  morte casuale o desiderata e ancora una volta, davanti all'evidenza di 
	  quel corpo martoriato, deciderà di non accettare, rimanendo strettamente 
	  legata all'amore per il compagno d'una vita, follemente ancorata alla 
	  speranza di un futuro insieme. 
       
      Il giovanissimo regista parigino François Ozon, nel suo quarto film, 
	  analizza con minuzia il dolore profondo e silenzioso della perdita. Non 
	  cede alla semplicistica tristezza ma rimane costantemente ancorato ad una 
	  lucida sincerità, provocando nello spettatore una forte empatia con il 
	  personaggio, perché ritrova nella sua esperienza il proprio dolore per 
	  tutte le perdite e gli abbandoni che la vita immancabilmente impone. 
      Grande prova per Charlotte Rampling: per sua stessa ammissione attraverso 
	  Marie racconta molto di sé e della sua intimità: il proprio timore, 
	  costante e personalissimo, della solitudine, della vecchiaia, 
	  dell'assenza. Senza troppe parole, l'intimo rimane espressione del volto e 
	  dei gesti. 
      Tra le pieghe amare della bocca o lo sguardo perduto in un lontano 
	  orizzonte si esprimono tutti i dolori più grandi e più irreparabili di 
	  Marie, e di tutti noi
      (Valeria Chiari) 
      Dello stesso regista:
	5 x 2 I film della stagione 2001-2002 
  
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