Le emergenze mondiali sono ormai inascoltate da cinque anni, dal momento in cui Superman è misteriosamente scomparso. Senza di lui, la criminalità è aumentata nella città di Metropolis, senza contare il futuro distruttivo che prepara Lex Luthor, che è appena uscito di prigione e intende usare i segreti tecnologici di Superman per la sua gloria personale. Lois Lane, giornalista di punta del Daily Planet e unica donna mai amata da Superman, è cambiata da quando lui l'ha lasciata senza dirle una parola. Intanto ha vinto un Pulitzer con il saggio "Perché il mondo non ha bisogno di Superman" e poi è fidanzata col nipote dell'editore e ha un figlioletto di cui occuparsi. Ma per Superman la lunga ricerca di un posto nell'universo finisce ancora una volta nella fattoria dei Kent, la sola famiglia che ha mai conosciuto. Il suo destino è a Metropolis e uno sguardo colto negli occhi di Lois gli dice che quel posto, tra la gente piena di di difetti ma buona della Terra, è la sua vera casa. E con i piani di Lex che stanno per diventare operativi, il mondo avrà più bisogno che mai di Superman.
Regia | Bryan Singer |
Sceneggiatura | Michael Dougherty |
Dan Harris | |
Kevin Spacey | Brandon Routh |
Kate Bosworth | James Marsden |
Frank Langella | Sam Huntington |
Eva Marie Saint | Parker Posey |
Valutazione Pastorale (dal sito dell'Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC))
Giudizio: Accettabile/problematico
E' dovuto passare il tempo necessario ad elaborare il lutto per la disgrazia e la scomparsa di Christopher Reeve, prima che ad Hollywood si ritenesse di mettere mano ad un nuovo capitolo del rapporto tra l'eroe del fumetto e il grande schermo. La mano di Bryan Singer si sente, e non poco. Se gli episodi precedente erano improntati più sul gusto dell'avventura e dello spettacolo di fantasia, qui il regista de "I soliti sospetti" sembra a tratti voler proseguire le riflessioni fatte in "X Men" 1 e 2. Di Superman viene sottolineato l'aspetto mitologico, in rapporto alla fragilità del quotidiano, e la messa in discussione della sua presenza si risolve nella impresa quasi disperata del ragazzone per convincere i terrestri che di lui invece c'è bisogno. Ma il mito, lo si sa, é destinato a soffrire, a subire agguati, a sopportare il dolore al posto nostro. Ci sono ambizioni filosofiche forse un po' alte, ma Singer ha il polso per supportarle con pagine di bella forza visiva. Avventura fantastica quindi ma non solo, per un film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile e anche problematico.
Utilizzazione: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre anche in altre occasioni, come spettacolo di forte intensità e di bel coinvolgimento.